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venerdì 1 novembre 2019

EPIFANIE&COLAZIONI




Un santuario
Costruzione e monumento a quello che non c’è
C’eri tu,
bella e giovane che ogni cosa trascina:
-       appena ho letto la parola ‘oracolo’ sono andata a vedere –
mi hai detto
messa obliqua su un pugno di scalini.
Parlavi di noi.
Un mosaico di quello che sarebbe dovuto essere, che aveva il dovere di essere
Di quello che su quegli scalini incendiava i tuoi occhi
Come fosse un destino da proteggere.
Un destino che eravamo noi:
lo vuole l’oracolo il cielo le stelle il vento
questi tuoi occhi incendiati
l’odore di mare che c’è qui.
Poi,
un’arruffata valle mesoamericana
Allegra e vuota
-       guarda quanto siamo belli – hai soffiato fuori dalle labbra
e sei tornata dove credevo di averti trovata
e dove invece ti ho perso
Ma resta ancora
Fallo per questi tuoi occhi che tutto incendiano
Per questo destino
Per questo odore di mare:
resta ancora
resta ancora

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