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martedì 8 gennaio 2013

PAROLE CROLLATE_ Ovverosia: prendere sul serio, ma solo per scherzo, i propri pensieri


PRIMO CROLLO. Scienza, limite, scacco: l'impossibile: l'Uomo.

1.
L'istante in cui si perse. In cui si perde.
L'istante in cui qualcuno inventò le idee fu l'esatto istante in cui l'Uomo si congedò dal Mondo per sempre. Vi si staccò, vi sì allontanò per non tornarci più. Quello fu il momento in cui l'Uomo decretò l'eterno scacco come suo certo destino. Quel giorno si decise per la morte del pensiero nello stesso momento in cui nacque. Morì nascendo, l'Uomo delle idee. Si programmò allora il maestoso fallimento del pensiero, fallito perchè punito per aver scoperto l'altrove, là dove il mondo sa di non poterlo seguire. Da quel momento in poi la storia dell'Uomo altro non è stata che un disperato, folle tentativo di trascinare il Mondo nelle impossibili e davvero troppo lontane terre delle idee.
Morrano insieme, il Mondo e le idee. L'uno trascinato, l'altro trascinando.

2.
La cieca corsa delle idee verso il proprio auto-sviluppo - e dunque verso il proprio ininterrotto marziale auto-superamento - è un processo che per principio non ha fine. Non può averla. Con la comparsa delle idee fa la sua prima sconcertante apparizione l'idea-di-infinito e con essa l'idea-di- impossibile. Da questo punto in poi niente sarà più come prima, come poi e come ora. L'Uomo si ammala di infinito e di impossibile subito dopo e, senza saperlo, elegge entrambi a demoni che lo faranno decollare verso la fine.

3.
Ecco che allora un giorno si assistette alla nascita de “l'umanità della teoria”, come Husserl ha giustamente detto. Ignaro però che con tale nascita si sancì nello stesso identico istante la morte de “l'umanità del Mondo”.
L'Uomo è la metafora di Icaro.

4.
Guardate il momento del nostro inizio e della nostra fine sovrapporsi: la vita in presa diretta muta con gesto unico in vita in presa riflessa. Vita non autentica la prima, per Husserl-Hedigger. Vita non autentica la seconda per il Mondo-Vita e infine per me. L'uomo smette di seguire il mondo e inizia a volere che sia il mondo a seguire le sue idee. La prima dinamica – uomo segue mondo – è possibile, poiché l'interazione tra due enti finiti che restano nella propria finitezza è possibile (guardare gli animali e il rapporto animale-mondo a tal proposito); la seconda dinamica – mondo segue idee – si rivela non possibile, in quanto non si dà interazione tra un finito (mondo) e un infinito (idee).
Non si sta dicendo che l'invenzione delle idee sia stata una mostruosità. Tutt'altro. Per lungo tempo l'umanità ha beneficiato degli enormi vantaggi prodotti “dall'invenzione” idee; e d'altra parte tutta la sublimità e l'abominio delle umane cose non ci sarebbero state senza tale invenzione. Il tempo - e noi con lui (tempo+uomo=storia) - non avrebbe potuto assistere a uno degli spettacoli più avvincenti e impensati e impensabili e indicibili mai veduti, goduti e subiti da chicchessia: all'Uomo cioè, divino sceneggiatore attore e regista insieme. Una messa in scena in cui un fioccodineve sfida tutto il mondo, sognando di vincere. In cui il fioccodineve vince, persino. Se solo questo sogno fosse stato altro che quello che è: un sogno. Il sogno dell'infinito e dell'infinito progresso: il sogno delle idee. Ora il fioccodineve si è svegliato. E non è più. E' altro da sé: acqua, gas, aria, niente. Attore senza film, fiocco senza neve. Il Mondo lo ha svegliato perchè il Mondo si è fermato.
Il Mondo ha smesso di venirci dietro. Non può. Non sa. Si è fermato prima di quella linea che da sola ha nome e che da sola può dirsi, senza che prima vi fosse un'idea. Limite: così si fa chiamare. Segna dove il possibile muore e rinasce nell'unica cosa in cui può risorgere: nel suo contrario: nell'impossibile: nel nulla. Questo sì, un'idea.
Il Mondo si è fermato là, un attimo prima di quella linea, un centimetro prima di quel limite.
Ora siamo soli. Sole le nostre idee.
E non possiamo tornare indietro.
La parola fine: a meno che non impariamo a mangiarle, le idee.

STATO PRIMO CROLLO: CROLLATO.

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