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giovedì 28 gennaio 2010

Factum infectum fieri non potest, neque Deus

Oggi facciamo che l'assunto sopra riportato sia vero o almeno verosimile (un fatto non può ritenersi non fatto, neppure Dio può far questo).

Ora, assunto questo, è il caso di aprire occhi e naso e bocca e orecchi e chiederci seriamente perché questa proposizione è inapplicabile in questo nostro piccolo tempo.
E seriamente dobbiamo chiederci perché è stata bandita, messa fuorilegge, esiliata e - diciamolo pure - giustiziata.
Così come seriamente dobbiamo trovare chi l'ha giustiziata e a che titolo lo ha fatto anche nel nostro Nome. Ché qui evidentemente c'è qualcuno che si sente più di dio e che molto probabilmente lo è.
Eppoi.
Eppoi dobbiamo chiederci noi cosa stiamo dando, perché e perchì. Seriamente.

E' evidente che se i mercatini-lounge, gli aperitivi esotico-indiani e le videoinstallazioni-postpostpostqualunquecosa  continueranno ad essere considerati (dai gggiovani istruiti certamente) i Luoghi e i Metodi e i Simboli e i Simulacri di qualsivoglia rivolta, qui non andiamo da nessuna parte.
Altro che mercatini.

Bisogna guardare oltre. Bisogna guardare verso altri Luoghi da raggiungere con altri Metodi per arrivare a Tempi nuovi, altri.
In buona sostanza bisogna guardare al passato. Anche al passato.

Ergo, urge un perido di acquisizione di conoscenza previa intenso studio di tutto ciò che serve.
Laddove per studio non si intende solo leggere-per-apprendere: studio vuol dire innanzitutto stare svegli. Essere presenti al mondo e sopra ogni cosa a se stessi.
E badate che chi è assente è complice.
O così o si muore.
Sempre che voi ci teniate, of course.

Pensierino a margine:
un giorno parleremo anche del fatto che - per dirla con uno che aveva tanti baffi quanto cervello - non esistono fatti ma solo interpretazioni. 
E parleremo anche del fatto che -per dirla con nessuno -  non esiste dio ma solo tutto il resto. E forse nemmeno quello.
Anche perché per me i fatti e dio davvero non esistono.
Ma non è ora.


Perché ho parlato al plurale? "assumiamo, parleremo, non andiamo"?
Fingo solo di fare una cosa seria.
Il superfluo. O no?
Voi intanto andate a studiare, please.


Alè

2 commenti:

  1. Ho iniziato a seguire questo blog da quando avevo 3 anni. Ora ne ho molti di più e i miei capelli in testa sono grigi. Grigi come il futuro che, con volgarità meccanica pari alla pretensione, in posa tortile, quasi volendo dare una florea apparenza al divenire, minaccia i miei nipoti adorati.
    Grazie Alessio, anche io odioilblog.

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  2. Un fatto non può ritenersi non fatto? Nemmeno dio può?
    Dio no, ma il diritto, la legge, le norme possono benissimo ritenere un fatto non fatto.Il silenzio assenso? Un non fatto col valore del fatto, una volontà inespressa come una volontà espressa.
    Non è una malattia dei tempi nostri no, è vecchia come l'ingiustizia e la performatività delle parole.

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